giovedì 17 giugno 2010

"The Times".. Mamme in Inghilterra II Parte



Malgrado l'apertura dei tribunali ai giornalisti (a condizione che rimangano protette le identità delle persone coinvolte) i giornalisti ancora non hanno accesso ai documenti legali. Questo significa che per capire come si fa ad arrivare a certe sentenze non è facile.

Questo è un discorso che il giornale "The Times" vuole affrontare. In mesi recenti, ci sono state più cause dove madri hanno perso l'affidamento dei figli (proposti addirittura per adozione) perché non erano considerate "abbastanza intelligenti" per occuparsene.

Ultimamente sono rimasti tutti stupiti dalla decisione di un giudice di vietare ad una madre il contatto con i suoi due figli per tre anni perché considerata una madre che li viziava e che li incoraggiava a lamentarsi del padre.

La donna è stata rinchiusa addirittura in prigione per aver parlato ad uno dei bambini per strada, dicendogli quanto lo amava.
Adesso è stata condannata alla prigione una seconda volta per aver registrato un filmino parlando della sua situazione, visto che questo le era stato vietato.

Tutto questo dunque significa che le donne ora hanno più difficoltà ad ottenere giustizia per loro stesse e per i figli?

Oppure queste nuove tendenze riflettono forse il modo in cui sta evolvendo la nostra società, fino al punto dove le madri non hanno più il ruolo che avevano un tempo, e dove il ruolo di madre e padre sono intercambiabili?

I professionisti legali sono comunque d'accordo sul fatto che la cattiva situazione economica stia colpendo le donne più che gli uomini.

Molte madri hanno rinunciato al lavoro per occuparsi dei loro figli e non hanno i mezzi da consultare un avvocato quando decidono di divorziare, mentre il padre se lo può permettere.

"Uno dei pìù grandi problemi che devono affrontare le donne che si separano è che non sono al corrente delle complessità legali, né delle opzioni che hanno, né dei pericoli" dice Emma Scott, direttore dell'organizzazione "Rights of Women" (Diritti delle Donne).


"Quando andiamo in Tribunale, parliamo con tante donne che hanno l'impressione che le loro preoccupazioni non siano prese sul serio, soprattutto quando si tratta del benessere dei loro figli nelle mani di un ex-partner violento. Troppo spesso i giudici ignorano queste preoccupazioni e continuano a lasciare il padre in loro contatto con la spiegazione che questo è negli interessi dei bambini. Chiaramente questo è vero, ma non quando significa che i bambini subirebbero più violenza."

Quel che è peggio, dicono gli esperti, è che visto che ormai più madri si rendono conto che il tribunale permetterà comunque al padre un contatto con i loro figli, malgrado gli effetti negativi che questo potrebbe avere su di loro, molte madri tacciono e non parlano delle loro paure, temendo che saranno considerate oppositive dai tribunali, che daranno i figli in affidamento esclusivo al padre.

"Così ora succede che le donne pensano che devono sempre sostenere il padre, in qualsiasi situazione, altrimenti il tribunale si arrabbierà con loro, e questo è dannoso," dice Mavis Maclean. "Quando esistono casi di donne che hanno paura di esprimere le loro ansie per non essere mal viste dal tribunale, temendo di perdere l'affidamento dei figli, la situazione diventa tragica".

La voce importantissima che manca in tutto ciò è la voce dei bambini. Mentre l'attenzione rimane sulle madri e suoi padri, e come sono stati accolti dai tribunali, il discorso dei bambini si perde.

Parlatene con gli esperti e la risposta è unanime. La Dott.ssa Trinder ne parla "I bambini non stanno ottenendo giustizia. Con tutto questo conflitto, si trovano in una zona di guerra."

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