martedì 29 giugno 2010

BAMBINI, RAGAZZI E RAGAZZE SOTTRATTI ALLA FAMIGLIA E COLLOCATI IN STRUTTURE PROTETTIVE


Tutte le Istituzioni Protettive, e parimenti le Istituzioni Punitive (Carceri), sono essenzialmente punitive delle colpe che i minori sono costretti a subire, a causa delle proprie menomazioni, costituite da: povertà (la famiglia non ha mezzi sufficienti di sostentamento), disabilità (handicappati), caratterialità (ragazzi difficili), perdita dei genitori (orfanotrofi), separazione dei genitori, bambini in carcere con la madre, ecc.Inoltre in nome dell’affermazione che i vecchi diventano bambini: anche i Ricoveri di Anziani sono altrettante caserme.

Pertanto il ricovero in questi Istituti è anche un gesto di colpevolizzazione dei minori, a causa delle suddette menomazioni, per le quali vengono appunto istituzionalizzati.

L’istituzionalizzazione purtroppo è anche la dimostrazione dell’affermazione biblica: ”i vostri padri hanno mangiato l’uva acerba e i figli sono nati con i denti legati”.

Fondamentalmente tutti gli Istituti di Protezione sono identici alle Caserme Spartane, dove i maschietti di 4 anni venivano militarizzati, per formare l’ideale del maschio-soldato spartano. Infatti tutti gli Istituti debbono adottare una disciplina che renda possibile la loro esistenza.

Ovviamente il mantenimento è accompagnato dalla “educazione”, o “formazione”, che in questo contesto disciplinare si può definire “condizionamento psichico”, che influenzerà tutta la vita degli ex-ricoverati nelle Strutture Protettive. Forse gli handicappati potrebbero avere bisogno di una assistenza medica, ma ciò non toglie che purtroppo sono sottoposti a disciplina.

Tutto è dimostrato dal fatto che tutti gli istituzionalizzati o i ricoverati se possono scappano il più presto possibile, salvo il processo di condizionamento che li ha persuasi a continuare a restare.

Il processo di civilizzazione comporterebbe che finalmente ogni istituzionalizzazione scomparisse, per dare spazio alle familiarizzazioni, oggi sempre maggiormente possibili. Evidentemente va difeso il diritto di scelta di membri che appartenevano alla propria famiglia, distrutta dalla separazione.
Il Prof. Basaglia è riuscito a fare scomparire i Manicomi, che comunque avevano tante e inenarrabili analogie con le Istituzioni Protettive.

Si potrebbe anche affermare che specialmente l’Istituto Protettivo, pur essendo compensativo di tante carenze, è anch’esso uno psicofarmaco, che condiziona il cervello dei ricoverati.

Pertanto Istituzionalizzare un bambino per sottrarlo al rapporto nefasto con i genitori, o con uno dei genitori, è una violenza peggiore della violenza psichica subita dalla loro separazione. È un punire lui a causa della separazione dei suoi genitori, oltre che essere anche una punizione di uno o dell’altro genitore che non lo ha voluto, o che non permette che l’uno o l’altro benefici della scelta del figlio di restare assieme.

Quindi, in occasione della separazione dei coniugi: anzitutto il primo diritto che esiste e deve essere affermato è la libertà di scelta fatta dal bambino, anche qualora fossero più fratellini e scegliessero tutti di stare tutti dalla stessa parte, trattandosi di esseri umani e non di merce. Semmai il giudice deve accertarsi che il bimbo sia veramente libero di scegliere e non sia influenzato da subdoli ricatti o minacce.

In base a questi principi naturali, oltre che umani: sembrano inutili le sempre più numerose associazioni, specialmente maschiliste, che vogliono affermare o contrattare i diritti genitoriali; infatti sono tentativi di perversione di una legge naturale, che deve restare indiscutibile.


(Dr.Giovanni Basso – Psicologo-Psicoterapeuta e Perito Grafologo)

giovedì 24 giugno 2010

Case Famiglia in Crisi?!


Interessante l'articolo che stamattina ho trovato in "Leggo": parla Gianni Fulvi, dell'Unione delle comunità di tipo familiare, e anche creatore e ideatore delle case famiglia.

Ebbene, si trovano "in crisi" e molte dovranno chiudere. Perché? Mancanza di soldi! Leggete il resto:

"500 minori con problemi rischiano di non avere più un tetto prima di fine anno" spiega Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al plurale - il 30% delle case famiglia potrebbero chiudere (no comment!). I fondi che arrivano dal Comune non bastano più. In un anno la mia associazione, Spes contra Spem, tra aumento del costo della manodopera e inflazione, ha perso 110,000 euro. E così tutte le altre." Il Comune eroga 10 milioni l'anno "ma ne servirebbero altri 5. Ci danno 127 euro al giorno per assistere i disabili più gravi, ma ne servirebbero 238" .

"Non è il solo problema" spiega Gianni Fulvi, dell'Unione delle comunità di tipo familiare "i minori che assistiamo, una volta lasciata la casa famiglia a 18 anni rischiano il carcere. Lì costano allo stato 600 euro al giorno. Permettendo loro di continuare a vivere con noi, non si andrebbe oltre i 100".

Noi che abbiamo figli, io domando: ma quando mai costano 100 euro al giorno? Stiamo parlando di 3,000 euro al mese?

Ci sono ben troppi misteri, troppi interessi personali ed economici riguardo alle case famiglia. Basta leggere quest'articolo.

Se poi i ragazzi finiscono in carcere cosa significa? Che il soggiorno dei ragazzi in questi posti non è servito affatto e renderli equilibrati. E come si permettono di dire che questi ragazzi non avrebbero un tetto se in tantissimi casi hanno genitori idonei che li amano e non vedono l'ora di riabbracciarli?

giovedì 17 giugno 2010

"The Times".. Mamme in Inghilterra II Parte



Malgrado l'apertura dei tribunali ai giornalisti (a condizione che rimangano protette le identità delle persone coinvolte) i giornalisti ancora non hanno accesso ai documenti legali. Questo significa che per capire come si fa ad arrivare a certe sentenze non è facile.

Questo è un discorso che il giornale "The Times" vuole affrontare. In mesi recenti, ci sono state più cause dove madri hanno perso l'affidamento dei figli (proposti addirittura per adozione) perché non erano considerate "abbastanza intelligenti" per occuparsene.

Ultimamente sono rimasti tutti stupiti dalla decisione di un giudice di vietare ad una madre il contatto con i suoi due figli per tre anni perché considerata una madre che li viziava e che li incoraggiava a lamentarsi del padre.

La donna è stata rinchiusa addirittura in prigione per aver parlato ad uno dei bambini per strada, dicendogli quanto lo amava.
Adesso è stata condannata alla prigione una seconda volta per aver registrato un filmino parlando della sua situazione, visto che questo le era stato vietato.

Tutto questo dunque significa che le donne ora hanno più difficoltà ad ottenere giustizia per loro stesse e per i figli?

Oppure queste nuove tendenze riflettono forse il modo in cui sta evolvendo la nostra società, fino al punto dove le madri non hanno più il ruolo che avevano un tempo, e dove il ruolo di madre e padre sono intercambiabili?

I professionisti legali sono comunque d'accordo sul fatto che la cattiva situazione economica stia colpendo le donne più che gli uomini.

Molte madri hanno rinunciato al lavoro per occuparsi dei loro figli e non hanno i mezzi da consultare un avvocato quando decidono di divorziare, mentre il padre se lo può permettere.

"Uno dei pìù grandi problemi che devono affrontare le donne che si separano è che non sono al corrente delle complessità legali, né delle opzioni che hanno, né dei pericoli" dice Emma Scott, direttore dell'organizzazione "Rights of Women" (Diritti delle Donne).


"Quando andiamo in Tribunale, parliamo con tante donne che hanno l'impressione che le loro preoccupazioni non siano prese sul serio, soprattutto quando si tratta del benessere dei loro figli nelle mani di un ex-partner violento. Troppo spesso i giudici ignorano queste preoccupazioni e continuano a lasciare il padre in loro contatto con la spiegazione che questo è negli interessi dei bambini. Chiaramente questo è vero, ma non quando significa che i bambini subirebbero più violenza."

Quel che è peggio, dicono gli esperti, è che visto che ormai più madri si rendono conto che il tribunale permetterà comunque al padre un contatto con i loro figli, malgrado gli effetti negativi che questo potrebbe avere su di loro, molte madri tacciono e non parlano delle loro paure, temendo che saranno considerate oppositive dai tribunali, che daranno i figli in affidamento esclusivo al padre.

"Così ora succede che le donne pensano che devono sempre sostenere il padre, in qualsiasi situazione, altrimenti il tribunale si arrabbierà con loro, e questo è dannoso," dice Mavis Maclean. "Quando esistono casi di donne che hanno paura di esprimere le loro ansie per non essere mal viste dal tribunale, temendo di perdere l'affidamento dei figli, la situazione diventa tragica".

La voce importantissima che manca in tutto ciò è la voce dei bambini. Mentre l'attenzione rimane sulle madri e suoi padri, e come sono stati accolti dai tribunali, il discorso dei bambini si perde.

Parlatene con gli esperti e la risposta è unanime. La Dott.ssa Trinder ne parla "I bambini non stanno ottenendo giustizia. Con tutto questo conflitto, si trovano in una zona di guerra."

mercoledì 16 giugno 2010

"The Times" ... Donne in Inghilterra e Affido


Estratti da un articolo lunghissimo del Times ...!

"In questo paese (l'Inghilterra) la PAS è stata chiamata da alcune madri "la nuova sindrome di Munchausen per delega" - insinuando che un genitore che si preoccupa della salute del figlio può provocare o fabbricare una malattia.

Non ci sono statistiche sull'utilizzo di questa sindrome ma è chiaro che sta aumentando. Tantissime volte, parlando con madri che hanno perso l'affidamento dei figlio, o che stanno lottando per mantenerlo, emerge che i bambini sono stati diagnosticati con la PAS.

... Dice Norma, una di queste madri ... "Sarò vittima delle ambizioni tipiche di una madre lavoratrice del 21 secolo, che dopo una buona educazione voleva tutto: una buona carriera e una famiglia, ossia un buon equilibrio nella vita.... Ho pagato il prezzo di questo sogno", continua Norma, spiegando che ha dovuto spendere 80,000 sterline per cercare di riavere l'affidamento dei figli. "Se fossi stata la classica madre casalinga degli anni sessanta, non mi troverei in questa situazione".

Norma riconosce che alcuni padri possono occuparsi dei figli meglio delle madri, ma crede che le madri soffrono in particolare quando perdono contatto con i figli, perché la società le considera strane e si sentono stigmatizzate. "Vivo nella speranza che i miei figli arriveranno ad un età d'indipendenza emotiva un giorno e torneranno da me per chiedermi cos'è successo."

Come tutte le donne intervistate, Norma chiede di usare un nome che non è suo. Al contrario degli uomini che appartengono a "Fathers4Justice", tutte queste donne evitano la pubblicità, temendo che potrebbe danneggiarle.

L'associazione MATCH (Mothers Apart from Their Children), spiega che ci potrebbero essere addirittura 250.000 madri vivendo lontano dai loro figli in Inghilterra.

"La gente pensa che la madre avrà fatto qualcosa di cattivo per perdere l'affidamento del figlio, dunque è molto difficile per una donna confessare che si trova in questa situazione," spiega Sarah Hart, autrice del libro "A Mother Apart".

"Mentre che i tribunali operano con l'idea che non esiste differenza tra uomo e donna, la società non ragiona in questo modo.

Stigmatizzano severamente una madre che non ha figli con sé, che non solo le danneggia psicologicamente, ma questo ha pure un impatto sulla loro capacità di gestire la famiglia ... se hanno ancora qualche contatto con i figli". Sarah Hart ci avverte che bisogna stare attente, sopratutto con la situazione economica attuale, con tante donne costrette a lavorare - che le ore passate fuori casa potrebbero incidere negativamente al tribunale.

Questo cambio graduale d'affidamento verso il padre può essere visto come una consequenza diretta della lotta delle madri per l'eguaglianza. ...

Mentre i tribunali operano da molto tempo verso una eguaglianza tra donne e uomini per quanto riguarda la scelta di affidamento dopo un divorzio, molti hanno espresso preoccupazione per quanto riguarda la perdita del ruolo tradizionale della madre, e il fatto che troppo spesso vengono ignorate le preoccupazioni delle madri per il benessere dei figli.

"The Times" Agosto 2009

martedì 15 giugno 2010

I FIGLI DEI SEPARATI NON SONO OGGETTI


La separazione dei genitori causa tanti mali ai figli, particolarmente ai minori.

Infatti i figli fisicamente e psichicamente sono fatti e costituiti dalla realtà psico-fisica dei due genitori, che sono ancora la loro vita che li fa crescere, almeno lungo tutto il tempo della inferiore età.

La separazione è perdita di almeno una componente di questo principio di vita al quale i minori sono necessariamente e naturalmente legati e dipendenti, e pertanto crea uno stato di mortificazione in tutti i figli.
Il loro stare con l’uno o l’altro genitore è sempre una compensazione che tende a coprire questo vuoto mortificante.

Altro male della separazione e del divorzio: è l’orfananza e l’abbandono, nonostante siano affidati all’uno o all’altro dei due; è brutto sentirsi orfani, ma è peggio sentirsi orfani di genitori che esistono ancora, perché l’esistenza ne fa percepire ogni giorno la perdita.

Comunque sono tanti e prevedibili i problemi psico-fisici che gli orfani debbono affrontare e risolvere, quando è anticipatamente venuta meno una di queste due componenti energetiche vitali.
Particolarmente gli orfani diventano facilmente persone insicure, perché la sicurezza del bambino si fonda sull’unione tra papà e mamma; nonostante sia meglio, anche per i figli, che i due genitori si separino, piuttosto che vivere in discordia o continue conflittualità distruttive dell’amore.

Soprattutto è importantissimo considerare ed apprezzare che la separazione dei genitori provoca e sviluppa un più forte legame, stringimento e solidarietà tra i fratelli, in occasione della perdita di una persona molto importante nella loro vita, sentita come una disgrazia mortale, della quale i fratellini si sentono superstiti.

Qualora un qualsiasi giudice, o qualsiasi altra persona, imponesse ai fratelli di andare avanti nella vita, ma separandosi tra loro: aggiungerebbe e imporrebbe disgrazia a disgrazia, lutto a lutto!

Putroppo a questa iniquità è arrivato un giudice, riconosciuta ed annullata dal Giudice della Corte d’Appello di Salerno, anche in nome della “mitologia” dell’Antica Grecia.

La separazione tra i minori, figli di genitori separati: è mortificazione umana dei medesimi, in quanto considerati schiavi-oggetto – sia pur di valore – motivata dal dovere di distribuire equamente i beni e i mali tra le parti che ne hanno diritto.

Come inoltre è mortificante purtroppo anche l’orfanatrofio, o qualsiasi Istituto, nei quali vengono collocati i minori, i poveri, o i deboli psicofisici: imprigionati a causa di mancanza o perdite di fattori importanti della loro vita, non attribuibili alla loro responsabilità.

Perché le istituzioni non fanno crescere, come solo i genitori possono fare crescere con le loro persone e con i loro mezzi: bensì condizionano corpi e cervelli, sia pure attraverso l’ambiente e la cultura.

Dott. G. Basso, psicologo, psicoterapeuta

venerdì 11 giugno 2010

LA PEDOFILIA DEI PADRI SPIRITUALI



Ai Sacerdoti piace essere chiamati “Padre” e, preferibilmente, la gente li chiama e li definisce con questo appellativo. Anzi a molti cattolici piace anche definirsi “figlio spirituale” del proprio Padre Spirituale, ed anche i Padri Spirituali chiamano “figli spirituali” quelli che li frequentano.

L’attribuzione del ruolo di “paternità spirituale”: inconsciamente è anche compensativa della carenza e della frustrazione della paternità fisica, mettendo in atto una pulsione comportamentistica imitativa del comportamento dei veri padri fisici.

Comunque tutto quello che avviene a livello di inconsapevolezza, o di non piena consapevolezza, corrisponde sempre ad una perdita di autocontrollo, e soprattutto dell’autocontrollo delle proprie pulsioni genitali, che il soggetto, in stato di piena coscienza aveva promesso e giurato di autocontrollare come impegno più importante della sua scelta di vita.

Putroppo la perdita di autocontrollo delle proprie pulsioni genitali avviene anche tra gli stessi fisici, che con la violenza sessuale, pretendono di esercitare la padronanza sulle proprie creature, anche rivendicando legalmente il diritto di proprietà sui minori, particolarmente nelle circostanze di separazione dei genitori; e i giudici la devono riconoscere, nonostante maltrattamenti e di eventuali abusi sessuali perpetrati verso i loro figli. Questi riconoscimenti legali arretrano la civilizzazione, riportando la società all’epoca dell’antica Roma, quando riconosceva al “paterfamilias” il diritto di vita e di morte su moglie e su figli. Oppure si ripete la”strage degli innocenti”, di erodiana memoria.

Il fenomeno della pedofilia accade più frequentemente in ambienti che raccolgono numerosi bambini “handicappati” da sintomi di povertà, di abbandono, di cecità e sordomutismo, di mutilazione o handicap fsico, di perdita precoce dei genitori; si tratta di orfanotrofi, patronati, collegi e qualsiasi comunità di minori, gestite da persone che hanno scelto il celibato per dedicarsi alla gestione dei bambini adolescenti e preadolescenti colpiti da queste disgrazie. Infatti più le sintomatologie si concentrano: più provocano bisogno di tenerezza, di commiserazione e di compassione.

Comunque le comunità sono sempre costituite da somme di beni e di mali, che pesano enormemente sulla buona e sulla cattiva coscienza di chi li gestisce.
Anche il Papa Woytila aveva scritto la raccomandazione di non concentrare ragazzine nelle sacrestie per fare da chierichette, ma a questo appello non si è dato alcun ascolto, come i fatti dimostrano.

La stessa minor età è un fattore provocatorio di questi interventi pedofili.
Ultimamente questo comportamento è stato favorito, accreditato, o permesso dalla autorevolezza della psichiatria, che il “famoso” psichiatra Richard Gardner ha personificato formulando, sul piano comportamentistico, metodi educativi e rieducativi per soggetti normali e deboli. Evidentemente la teoria di Gardner è stata giustificata dalla “deformazione professionale”, che sempre avviene da parte di chi si dedica esageratamente o esclusivamente all’esercizio nella propria professione. L’impressione che lasciano le sue teorie acquisiscono maggiore importanza anche perché sono idee di un medico e di uno psichiatra, e comunque contengono delle novità o contradizioni a ideologie precedentemente accettate.

A tutto si aggiunge che i comportamenti amorosi frequentemente avvengono in occasione di disgrazie, di disagi, di incomprensioni, di infedeltà, o di qualsiasi dispiacere e si tratta di isterismi compensativi di tutto quello che è accaduto di male; i pedofili normalmente sfogano il proprio isterismo, sempre inventando mali o beni che esistono o non esistono nella realtà delle persone abusate.

Tutti i pedofili ritengono di esercitare un benevolo paternalismo, attraverso la manipolazione sessuale, specialmente i “Padri Spirituali”, affermando di svolgere affettuosamente un’attività di assistenza, di educazione o anche di insegnamento tendendo a identificare con l’amore l’esercizio della propria incombenza e arrivando anche a definirlo missione.

Inoltre può dirsi pedofilia anche l’intrattenimento, comunemente più frequente e più lungo sui comportamenti sessuali, del proprio figlio spirituale, o del proprio allievo, o del proprio educando: attribuendosi il diritto e dovere di fare un discorso di educazione sessuale, specialmente nel periodo della preadolescenza, quando gli adolescenti incominciano a sentire maggiormente le prime pulsioni sessuali.

Il discorso della educazione sessuale assolutamente non appartiene al sacerdote, né all’educatore, né al docente come tale. Chi crea la vita ha il dovere e il diritto di istruire la propria creatura, sulle leggi della vita che gli ha data, creando anche la vita psichica, che è completezza di vita. Infatti questo dovere naturalmente il genitore lo svolge verso i tre anni, quando gli inculca la necessità e la motivazione dell’abbigliamento.

È un dovere che purtroppo deve sempre fare, anche controvoglia, perché insegna il male alla propria creatura, rendendola maliziosa e maligna.

Il sacerdote, che ha scelto di svolgere il compito della educazione e della gestione della spirituale, attraverso la sublimazione mistica della fisicità, cresciuta nello stesso sacerdote, come ogni altro essere umano normale: si è impegnato con il voto perpetuo del celibato, ad astenersi da ogni intervento fisico erotico e genitale sul proprio e altrui corpo.

La pedofilia esercitata dalle persone che hanno scelto il celibato dimostra la inopportunità della qualifica di “voto perpetuo”.
Infatti nella vita accade che sia umanamente sempre possibile cambiare opinione, o convinzione. o scelta.

Più utile ed opportuno in ogni tempo sarebbe allora il “voto temporaneo”, allo scadere del quale il sacerdote e qualsiasi persona “consacrata” possono sentirsi di continuare ad assumersi la responsabilità di quell’impegno, oppure di non sentirsi più in grado di assumersi quella responsabilità.

Come potrebbe accadere che gli stessi responsabili supremi delle istituzioni ecclesiastiche abbiano motivazioni di non ritenere più opportuno l’affidamento di queste responsabilità.

Il rinnovo è sempre un processo di generazione, o di rigenerazione della vita, e la vita l’ha capita solo chi ha capito che bisogna sempre ricominciare; mentre chi ha solo capito che bisogna “continuare”: non ha capito niente del valore della vita.

Dr.Giovanni Basso – Psicologo



Guida Giudici US Vieta l'Utilizzo della PAS

La Guida della "National Counsel for Judges" riferisce:
"ATTENZIONE CON LA PAS
... il tribunale non dovrebbe accettare testimonianze di alienazione parentale, o PAS. La teoria che promuove l'esistenza della PAS è stata screditata dalla communità scientifica (Frye V. US)...

..la screditata diagnosi della PAS, a parte la sua non validità, chiede ingiustamente al tribunale di ritenere che i comportamenti di un bambino e il suo atteggiamento verso il genitore chiamato "alienato" non siano basati su fatti accaduti.

Distoglie l'attenzione dal comportamento del genitore violento, che ha potuto influenzare direttamente il comportamento del bambino comportandosi in modo violento, senza rispetto o con intimidazione, mettendo però l'accento sul bambino e sull'altro genitore.

Il compito del tribunale è di distinguere tra situazioni in cui il bambino critica un genitore perché è stato manipolato dall'altro e situazioni in cui il bambino ha motivi genuini per criticare o aver paura di un genitore, probabile nei casi dove il genitore è stato violento.

Questi motivi non diventano meno validi se il genitore "vittima" li condivide e cerca di proteggere il figlio esprimendo la sua preoccupazione".

giovedì 10 giugno 2010

Paesi Bassi ... sesso a 12 anni



Bisogna veramente domandarci cosa stiamo facendo per proteggere i bambini, con le leggi attuali che permettono di tutto.

Non ho potuto non aggiungere che nei Paesi Bassi, il "Partito dei Pederasti" (si, esiste) chiedeva il sesso legale a 12 anni!

Francia: La PAS Non è Scientificamente Dimostrabile



Il Dott. Carol Jonas, psychiatra ed esperto alla Corte d'Appello d'Orléans dice:

"La formula PAS viene utilizzata più e più nei tribunali, sopratutto nei casi di separazione. E' stata introdotta da uno psichiatra americano nel 1985. Da quel giorno, non è mai stata l'oggetto di un consenso generale e non si basa su nessuna teoria scientificamente riconosciuta.

La diagnosi, secondo i difensori di questa sindrome, si basa unicamente sul comportamento attribuito ad un bambino, passando da una campagna di rifiuto e di denigrazione...all'ostilità verso tutti i membri della famiglia del genitore alienato.

Studiando i documenti che riguardano questa sindrome, si vede che nessuno studio serio è mai stato effettuato per poter riconoscere nel genitore alienante un tipo di personalità che potrebbe spiegare la manipolazione del bambino."

Nonostante tutto ciò, la PAS viene insegnata all'ENM, (Ecole nationale de la magistrature).

Sempre nello stesso rapporto, dell'Association de Protection de l'Enfance, si legge "non appartiene al giudice (come succede certe volte) seguire un avvocato malintenzionato per esercitare illecitamente la professione di medico".



mercoledì 9 giugno 2010

Terapeuti Accaniti a Dimostrare Quanto sono Bravi


Parlando con madri coinvolte in terapie coercitive emerge un'altro problema. Si riscontrano casi (purtroppo non infrequenti!) dove il terapeuta incaricato dal tribunale o indicato dai servizi, ecc. vuole dimostrare ad ogni costo quanto è bravo (sicuramente per ricevere altri incarichi)... La sua terapia "non può" e non deve fallire!!!

E' successo ultimamente ad una madre che veniva insultata e minacciata in piena terapia e che tornava a casa disperata sia dall'indifferenza quasi totale dei "terapeuti" che spaventata dall'attegiamento del suo ex.

Nonostate le richieste d'aiuto dalla parte della madre, i terapeuti ignoravano il problema finché la madre ebbe il coraggio di denunciare le minacce e gli insulti continui dell'ex coniuge. Abbandonò la terapia, visto che era diventata insostenibile e una tortura. Ma i terapeuti si sentirono nell'obbligo di difendere il loro lavoro e le loro competenze e scrissero che il fatto di abbandonare la terapia fu un segno di debolezza dalla parte della madre! Sottointeso addirittura: la madre era chiaramente un genitore non-capace.

Ebbene? Il risultato è stato che la madre ha ottenuto urgentemente un provvedimento di allontanamento dell'ex-coniuge per quanto era grave la situazione! L'ex coniuge è stato chiamato dalla polizia un "pericolo sociale" per quanto è recidivo e aggressivo.

E possibile che si lavori con tanta superficialità? E si, per chi desidera sapere, la "Terapia della Minaccia" è stata usata anche contro questa madre...grazie alle teorie di Gardner!

La Cura della PAS sta violando i Diritti Medici e Legali


Dal "Children's Legal Rights Journal":, ossia il Giornale dei Diritti Legali dei Minori.

"I professionisti medici hanno il dovere legale di aiutare i loro pazienti. Mentre che una cura psichiatrica normale richiede un terapeuta per ogni membro della famiglia, e ogni terapeuta ha il dovere di occuparsi dell'individuo, la cura PAS coinvolge l'intera famiglia. Inoltre, Gardner istruisce i terapeuti ad agire, non privatamente o guardando gli interessi della madre o del bambino, ma di promuovere gli interessi del padre. Istruisce i terapeuti ad ignorare la privacy dei pazienti, e di ignorare e negare confessioni di abusi fatti dai bambini, minacciando i bambini per farli ristabilire buoni rapporti con l'aggressore.

Inoltre, mentre che le cure mediche coercitive esistono in casi di emergenza, dove i pazienti sono considerati un pericolo sociale verso gli altri o verso loro stessi, non esiste nessuna prova concludendo che un bambino alienato o una madre che esprime qualcosa di negativo sul padre siano "pericolosi". Questo sistema coercitivo nega i diritti della madre e dei figli l'opzione di rifiutare una cura. Considerando tali violazioni della deontologia medica e dei diritti legali, la cura PAS di per se, già costituisce un errore medico professionale.

Diritti Legali dei Bambini


La Children's Legal Rights Journal (primavera del 2006), attacca la PAS in un modo molto chiaro. La "Children's Legal Rights Journal" è prodotta ogni tre mesi dalla Loyola University Chicago School of Law" e dalla "National Association of Councel for Children". Eccone degli estratti:

"LA CURA PAS È UNA COERCIZIONE LEGALE E NON UNA CURA MEDICA"

Una buona cura medica o psicologica riduce i sintomi di malattia e permette al paziente di vivere una vita normale e sana. In contrasto, Gardner dichiara che una buona cura contro la PAS richiede che madre e figlio la smettano di parlare in modo neutro o negativo del padre, obbligandoli a comportarsi con affetto positivo verso di lui. Per arrivare a quest'obiettivo, le cure PAS utilizzano minacce legalizzate dai tribunali di perdita di affidamento, perdita di diritti di visite e di libertà per costringere madre e figlio a voler bene all'uomo alienato.

I terapeuti della PAS ricevono istruzione di utilizzare minacce di perdita di affidamento per costringere le madri a non "alienare" il padre. Solo terapeuti PAS specializzati possono occuparsi di madri e bambini diagnosticati con la PAS perché quelli che pensano sia controindicato mettere pressione o forzare un paziente non sono "qualificati".

Mentre una coercizione legale può motivare certe persone a cambiare un certo comportamento, non c'è nessuna prova che in questo modo si possa curare una malattia. Non per coincidenza, documenti scientifici ci comunicano molto frequentemente che le cure PAS non funzionano, citando solo tre casi di successo. Inoltre, non è chiaro come se ne misurerebbe il successo. Niente ci dimostra la possibilità di poter costringere legalmente una persona ad amare e rispettare un'altra. Pure inesistente è un metodo per distingere un vero cambiamento di sentimenti da un cambiamento "finto" o messo in scena per questioni di sopravvivenza.

Come i prigionieri di guerra e le donne maltrattate, i bambini maltrattati, la cui sopravvivenza dipende dal poter calmare il loro aggressore, spesso fanno finta di essersi sottomessi o di voler bene all'aggressore per questioni di sopravvivenza."

Commenti? Non dimentichiamo che la Terapia della Minaccia è stata creata da Gardner stesso.



martedì 1 giugno 2010

CARCERE O MULTA SE IL FIGLIO RIFIUTA IL GENITORE


Come avete già visto dai mass media, succede in Spagna ANCHE QUANDO IL GENITORE È STATO VIOLENTO, ECC.

Esiste la possibilità di carcere anche in Gran Bretagna, però non si applica quasi mai visto che non è considerato negli interessi del bambino.

Multe? Fino a 500 euro in Spagna se un figlio rifiuta le visite. La "Terapia della Minaccia" esiste sia per i genitori che per i figli, che sono ormai nell'obbligo di voler bene al genitore e non possono confessare liberamente di aver così sofferto tanto da volere una tregua, senza temere punizioni e conseguenze.

C'è il timore che in Italia pure le madri rischieranno galera e multe, non si sa più come allertare il pubblico.

Neuropsichiatri Spagnoli: Guerra contro la PAS


Tale è la gravità della questione PAS, che L'Asociación Española de Neuropsiquiatría (AEN) ha pubblicato recentemente una dichiarazione scritta contro la PAS.

Nel loro documento spiegano che è tutto nato con Gardner nel lontano 1985, che già voleva farne una sindrome medica. Spiegano che "negli ultimi anni in Spagna, come nei paesi vicini, la PAS si è infiltrata nei tribunali e nelle sentenze, per questioni di affidamento, con ripercussioni enormi su bambini e famiglie; argomento comunque non accettato dalla grande maggioranza di professionisti di salute psicologica".

Continuano dicendo che sarebbe una "risposta semplicistica ad un problema grave" e che viene utilizzata da avvocati e da genitori che chiedono l'affidamento, senza mai essere stata analizzata a fondo.

La loro opinione? "La base usata per la PAS corrisponde alla descrizioni fatte da R. Gardner nel 1985, basandosi su opinioni personali."

La PAS significa medicalizzare la lotta per l'affidamento di un figlio. La maggior parte di responsabili della PAS, secondo Gardner, sarebbero "donne che odiano gli uomini. Qualsiasi tentativo della donna di ribellarsi contro una possibile perdita di affidamento, si converte in nuove prove di alienazione e manipolazione".

Ugualmente "qualsiasi tentativo di protesta del bambino o della bambina si converte...in nuovi sintomi di manipolazione." In poche parole, "LA PAS È STATA COSTRUITA IN TALE MODO CHE NON PUÒ MAI ESSERE RIFIUTATA, perchè qualsiasi mossa viene interpretata come una confermazione."

La "terapia" che propone Gardner, sarebbe la "Terapia della Minaccia", nominata così proprio da Gardner stesso, "chiudendo qualsiasi via di uscita al bambino o alla bambina vittima di violenza per poter evitare una situazione temuta"."

"Minacciare con il carcere o togliere il contatto al genitore (di solito la madre) con cui il figlio ha il legame più stretto" sono ormai cose correnti in Spagna, e altrove. In Spagna esistono addirittura multe, se un figlio non si presenta ad una visita!

Le Conclusioni? "La PAS, tale e come inventata da Gardner, non ha nessuna base scientifica e comporta gravi rischi se applicata da un tribunale".

La AEN fa anche parte del "World Psychiatric Association" e del "World Federation for Mental Health in Europe".

Senza commenti!

Madri Dannate dalla PAS... Manifestazione


C'è stata ieri una manifestazione a Madrid, delle "madres damnificadas por el pretendido Síndrome de PAS".

Non c'è bisogno di parlare Spagnolo per capirne il significato e la rabbia. I problemi delle nostre sorelle spagnole sono simili ai nostri, in altre parole (e ne hanno fatto una lista molto coerente):

- Le Madri vittime di violenza stanno perdendo l'affidamento dei figli, sono accusate di manipolazione anche in casi dove il padre è stato condannato per violenza;

- Molti figli di queste madri sono stati comunque costretti a vivere con un padre violento, aggressivo, ecc.;

- Le Madri vittime di violenza subiscono settimanalmente la "Terapia della Minaccia" in mediazione o terapia di famiglia, oppure da psicologi, ecc. Si forza la madre a costringere i figli ad aver contatto con il padre, sotto minaccia di perdere i figli se non ci riescono;

- Molti figli, in terapia, sono stati costretti una volta a settimana a "voler bene" al padre violento, aggressivo, o indifferente, provocando conseguenze psicologiche o anche fisiche;

- Le Madri vittime di violenza sono state costrette ad accettare una terapia di famiglia, andando contro certe leggi stabilite;

- Le Madri vittime di violenza sono state incarcerate per "disubbidienza" quando loro figli hanno rifiutato di vedere il padre.

Questa è la "Terapia della Minaccia"! Rompiamo il silenzio. C'è bisogno di spiegare che la Terapia della Minaccia è pure una cosa consigliata da Gardner?


fonte: http://www.observatorioviolencia.org/documentos.php?page=1&id=253