martedì 29 marzo 2011

TERAPIE DI AMORE FORZATO ...

Quante volte oggi giorno si consiglia alle coppie separati e ai loro figli di frequentare una "terapia"? In effetti, si tratta ben poco di terapia, nel senso che non è una terapia che intende riportare tutti ad uno stato di serenità. Innanzitutto bisogna ricordarsi che non si può mai costringere una persona a fare terapia se non vuole. Eppure i tribunali COSTRINGONO le persone a fare terapia, anche sotto minaccia di levargli i figli. Siamo a questi tristi livelli ... Anche se non è scritto, anche se si legge solo un "si invita ...." nella sentenza, sappiate che NON AVETE SCELTA. Se non vi presentate, il giudice si infuria.

Ebbene, la maggiorparte (o direi, quasi tutte) queste terapie, sono svolte a costringere i figli a voler frequentare i genitori. Non tanto male, mi direte ... Ebbene, sappiate comunque, che spessissimo anche in casi di violenza, e di abusi sessuali, di minacce continue, ecc. si costringe i figli a voler bene e voler parlare con il genitore. (Per questo "ringraziamo" il Dott. Gardner).

Se il padre non vuole essere presente nella vita dei suoi figli, se ne può andare, liberamente. Non si dice che il padre è importantissimo nella vita dei figli? Eppure in questi casi NESSUNO SE NE INTERESSA. Può allontanarsi, andare in un altro paese, un altro pianeta, ecc., nessuno lo insegue, nessuno lo acchiappa e nessuno lo costringe. Non riceve né multe, né nulla. Vuoi essere assente? OK, nessun problema, vattene pure e fai come ti pare. Eppure se un figlio si azzardasse a non presentarsi o non voler vedere il genitore si scatenano tutte le furie di questo mondo. Si parla subito di PAS, di genitori alienanti, ecc. ANCHE in casi di violenza!!! Ovunque il bambino si gira, si rende conto che gli è vietato aver paura del genitore che lo ha maltrattato, e di avere pareri o esitazioni, senza gravi rischi e gravi consequenze.

Quando mai si sveglieranno le autorità, e mostreranno più umanità e più rispetto per i bambini, per le loro emozioni e i loro sentimenti? In effetti, ci vorrebbe pìu tolleranza per un bambino, non meno. Invece, è sempre l'adulto che vince.

la Redazione

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