martedì 28 dicembre 2010

Coercizione e Visite Protette ...


Considerando il numero di atti violenti commessi contro donne e contro mamme, vi domandate forse cosa ne pensano i bambini? Chiaramente, moltissimi bambini che hanno assistito a tali scene sentono il desiderio di proteggere la madre. Possono anche sentire moltissima rabbia contro il padre che è stato violento contro la persona che spesso amano più di tutti al mondo.

Cosa farne di questi bambini? Visto che hanno pochissimi diritti e pochissima vera protezione? Chiaramente i tribunali si incaricano spesso di avviarli verso visite protette al più presto. E forse mai stato stabilito che i bambini avranno bisogno forse di una pausa, di un momento per riflettere, di elaborare tutto ciò che hanno vissuto? No ... assolutamente no. E' forse stata considerata la possibilità che i bambini forse per un periodo avranno paura o disgusto a stare in compagnia della persona che è stata violenta e aggressiva nei loro confronti, che li ha aggrediti o violentati? Nessuno ha mai veramente indagato questi discorsi o dato molto peso alla sofferenza dei bambini in questo senso.

Ebbene, i bambini vengono spesso forzati a fare le visite protette in condizioni spaventose, cioè: sotto minaccia, oppure con violenza fisica e psicologica. C'è il caso di Maria, alla cui figlia fu detto dagli assistenti sociali "se non vuoi entrare a vedere il papà, il giudice ti metterà in casafamiglia" ... oppure i fratellini che venivano spinti nella stanza delle visite dagli assistenti, e a cui veniva poi bloccata la porta. Senza poi parlare dell'ultima storia (sotto citata), di Tommaso e Fabio, quando la persona che in effetti avrebbe dovuto aiutarli, li bloccò per un'ora e mezza mettendosi con la sedia contro la porta! A qualsiasi madre normale piacerebbe vedere i figli in buoni rapporti con il padre ... ma è questo il modo? Con la forza, e la violenza? Tanto vale rinchiudere i bambini a chiave nella stanza, sarebbe la stessa identica cosa.

Ma quante storie ce ne sono così? Per quale motivo un bambino più grande ha il diritto di fare ciò che gli pare, ma uno più piccolo (che forse ha molto più bisogno di comprensione e delicatezza) non ha il minimo diritto?

Prigionieri? Senza diritti? ... Non è un esagerazione.

Emeline Lori

giovedì 23 dicembre 2010

Visite Protette, ossia Guardia e Prigioniero?


Riferisco un'altra storia vera, del 21 secolo ... la storia di una visita protetta e di come si è svolta. Purtroppo, non è tanto raro, adesso che hanno tolto ai bambini qualsiasi diritto riguardo i loro rapporti con i genitori, sentire storie allucinanti.

Il padre di Tommaso e Fabio è stato allontanato dalla polizia per stalking. Non ha piu il diritto di avvicinarsi, né di chiamare i bambini, né la madre, insomma, un divieto di qualsiasi contatto
. Nel passato ha anche frequentemente minacciato di portare via i bambini, lontano dalla madre, dicendo loro che non l'avrebbero rivista mai piu. Li terrorizzava psicologicamente con il suo modo di fare, e quando veniva a vederli, spesso urlava, comandava, metteva paura ... e spesso si ubriacava.

I bambini ormai non hanno proprio voglia di vederlo. Però, gli è stata concessa la facoltà di frequentarli nelle visite protette, protette da una psicologa, che dovrebbe gestire la situazione e tenerla sotto controllo.

Sembra perfetto, vero? .... Eppure ...

Ebbene, i bambini durante l'ultima visita sono stati trattati da prigionieri, da criminali. La psicologa che doveva proteggerli, si è messa per l'intero tempo davanti la porta, ha messo la sua sedia proprio davanti alla porta, bloccandola. Il piccolo mi racconta di essersi sentito prigioniero, bloccato, solo e abbandonato. Invece dell'ora che doveva passare li dentro, è stato trattenuto un'ora e mezza, ma in condizioni forzate, anomale, opprimenti. Il fratello maggiore mi racconta che è fuggito subito proprio perchè non gli piaceva proprio il modo di fare della psicologa, si è arrabbiato e non ce la faceva a rimanere li dentro. E riuscito a fuggire in tempo, ma il fratello è rimasto dentro, bloccato.

E' questo il condiviso? Far sopportare a qualsiasi costo la presenza dei due genitori, pure con la violenza? Anche un genitore allontanato, per motivi gravi? Non si comprende nemmeno il bisogno per il bambino di avere una tregua, una pausa, un momentino per riprendersi? Inoltre, i bambini sono COSTRETTI a frequentare queste visite durante le ore di scuola! Le suppliche continue della madre di spostarle al pomeriggio hanno soltanto ottenuto un indifferente 'il pomeriggio abbiamo da fare'. La Direttrice della scuola è ormai arrabbiata, i bambini stanno perdono lezioni essenziali, non riescono piu a seguire la classe il giorno successivo. La madre si deve assentare di mattina dal lavoro, per andare a queste visite. Ogni volta deve chiedere un permesso!

Chiunque abbia storie di questo tipo da raccontare, le può mandare al nostro indirizzo, pure anonime. Spero presto di aggiornarvi, con una seconda puntata, per capire come Tommaso e Fabio potranno tornare alla normalità, essere rispettati di nuovo.

venerdì 3 dicembre 2010

Goethe e i Bambini ...


GOETHE E I BAMBINI:
(estratto dal suo romanzo "Werther") ...

"mi ricordo sempre le parole del Nostro Signore: "Diventate come dei piccoli bambini!" - Eppure, caro amico, li trattiamo come i nostri SUDDITI, questi bambini che sono i nostri UGUALI e che dovremmo considerare i nostri modelli. Diciamo che non hanno una volontà propria! E noi? Perché solo noi abbiamo il diritto esclusivo alla volontà? Perché siamo più grandi e più "saggi"? Dio, quando ci guardi da su nel Cielo e vedi soltanto bambini piccoli e grandi, tuo Figlio ci ha spiegato quali dei due fa più piacere a Dio. Però credono nel Signore ma non ascoltano le sue parole".

mercoledì 20 ottobre 2010

Bigenitorialità è affidare un figlio al padre ad ogni costo??


Bigenitorialità è un bel concetto condiviso non solo dai padri ma anche dalle madri e dai figli quando le famiglie si sgretolano, se non fosse che… La legge sull’affido condiviso pretende di imporre la sua applicazione indifferentemente a tutti i casi di separazione.

La Bi-genitorialità non è ammissibile laddove sussista un clima di violenza.

Ma riflettiamo! A quale donna e madre separata non piace poter avere un po’ di tempo libero da dedicare a se stessa, andare dal parrucchiere o solo a bere un caffè con un’amica, sapendo che i suoi figli sono al sicuro con un padre amorevole che se ne prende cura? A quanti figli non piace sapere che, nonostante i loro genitori non vadano più d’accordo, riescano a godere della presenza di entrambi senza problemi?

Le risposte sono ovvie: a tutte e a tutti.

Ma, poiché la maggior parte delle coppie si separa perché in “conflitto”, difficilmente dopo la separazione, la loro situazione si appiana.

I giudici auspicherebbero forse vedere dei genitori che si lasciano in accordo su tutto, soprattutto per quel che concerne la cura dei loro figli. Ma così non è. Per la mia esperienza molto personale, ai giudici, così come agli operatori che ruotano generalmente intorno alle coppie separate, non interessa nulla quale delle due parti in causa alimenti la conflittualità.

Dato che non possono, in così poco tempo (il tempo dell’udienza) giudicare e decidere su chi dei due sia più meritevole di fiducia come genitore, si affidano al lavoro svolto dagli avvocati, consulenti psicologi e assistenti sociali (laddove siano nominati).

E, salvo che non sussistano motivi molto gravi, a nessuna di queste figure interessa sapere da “quale” parte scaturisca il conflitto. Essi partono dal presupposto che il fallimento dell’unione sia addebitabile a entrambi. Ecco perché molti ci sentiamo ingiustamente colpiti quando constatiamo che il giudice, nell’emettere la sentenza, non ha colto la nostra posizione di vittima rispetto alla condotta discutibile del nostro ex partner.

Tutto questo per dire che

La scelta di un bravo avvocato non può essere casuale né affidata alle pagine gialle, soprattutto oggi perchè:
- Oggi la legge sull’affido condiviso ha tolto alle madri tutte quelle tutele di cui prima godevano. Oggi sempre di più i figli sono affidati ai padri, anche se la TV e i giornali non ne fanno menzione.
- Oggi vige la cultura che le madri accusano falsamente i loro ex compagni per vendetta e per estrometterli dalla vita dei loro figli.
- Oggi in molti tribunali è entrato un assurdo “spauracchio” chiamato PAS, ossia la sindrome da alienazione genitoriale, osannata da tanti padri separati e usata dai loro avvocati contro le loro ex compagne per ottenere la custodia dei figli (con relativa assegnazione della casa coniugale e il mantenimento della prole).
- Oggi le madri sono costrette a continuare ad avere rapporti “civili” con i loro ex compagni, anche se violenti e abusanti e anche se temono per se stesse e per i loro figli.
- Oggi le madri che accusano i loro ex compagni di abusi sessuali nei confronti dei figli minori, sono tacciate per bugiarde, manipolatorie e perciò inattendibili. Lo stesso trattamento è riservato ai figli e non è raro che essi siano allontanati dalle loro mamme per forzarli a frequentare i loro padri.

Col concetto della Bigenitorialità si vogliono nascondere sotto il tappeto della cura e della tutela dei minori, le falsità e gli interessi economici. Quanti sono i papà veri che rinunciano ai divertimenti e alle donne per accudire ai loro figli? Quanti sono quelli che li affidano ai nonni, agli zii, agli amici e ai conoscenti perché “troppo occupati” per poterli curare? Sicuramente un po’ più di un tempo ma comunque sempre pochi rispetto al loro numero. Basti vedere nei siti d’incontro online che pullulano di padri separati alla ricerca di nuove conquiste o nei luoghi di divertimento.

Non si sente e non si legge altro dai mass media in questi ultimi tempi che: “Papà separati, i nuovi poveri”. E a chi non viene in mente, leggendo questi titoli, che le mamme separate facciano vita da “signore” con i soldi dei loro ex compagni? Forse una volta questo succedeva, chissà, forse…

La verità è che oggi, le madri separate non vanno in TV o sui giornali a lamentarsi (oggi per i mass media non c’è spazio per i problemi delle donne…al massimo danno spazio alle poche madri assassine, giusto per denigrare la figura materna). Le mamme separate si rimboccano le maniche e vanno a fare le pulizie e a curare le persone anziane, si prestano a qualsiasi lavoro umile e dignitoso pur di nutrire se stesse e i loro figli, senza lamentarsi né pretendere la prima pagina dei giornali per questo.

I papà separati hanno capito bene che l’affido esclusivo alla madre, un tempo era una prassi consolidata dovuta a un fattore culturale ed è perciò la cultura degli italiani che essi stanno influenzando attraverso i mezzi d’informazione e internet. Questi padri sanno che oggi, più che mai, devono giocare la loro partita, ora che i riflettori dei mass media sono puntati su di loro e che molti politici sono dalla loro parte.

La cronaca li sta mettendo a dura prova: troppo spesso a uccidere le donne sono mariti e padri e non fanno certo bene alla loro causa, perciò essi li giustificano e li difendono in quanto uomini, criminalizzando le vittime anziché i loro carnefici.

Ma perché non si dissociano da questi assassini e non ne prendono le distanze?

Forse perché sono divenuti troppi…o forse chissà, perché sotto sotto, c’è qualcuno che gioisce nel vedere tutte queste donne ammazzate? Forse qualcuno che s’è lasciato prendere la mano dall’odio contro le donne? Speriamo di no, speriamo che se così fosse, quel qualcuno si ravveda perché l’odio non ha mai portato a nulla di buono…

M.R.

http://esseredonna.wordpress.com

venerdì 1 ottobre 2010

OTTOBRE: MESE CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA!



La PMA negli USA ci informa che questo è il MESE CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA e che qualsiasi aiuto nostro sarà utile (ognuno può fare ciò può: scrivere articoli, aiutare una persona che sta subendo violenza, una donazione, una protesta...)