giovedì 30 settembre 2010
"Terapie" di Tribunale ... Avvertenza
Vorrei sfasciare un mito, una menzogna che domina i tribunali ... il mito della terapia di famiglia, imposta troppo spesso per "aiutare" una famiglia a superare i problemi. Una terapia che arricchisce gli psicologi. Sí ... avete letto bene, anche se imposta dal tribunale, bisogna pagare!
Oggi giorno è ormai abbastanza di norma imporre terapie a chi si rivolge al tribunale per aiuto in cause civili, richieste di modifiche, richieste per visite protette, ecc. Qualsiasi minimo segno di "disagio" va bene. Da una decina d'anni il Tribunale impone, (ma allo stesso tempo parla furbamente solo di "inviti") una marea di terapie ai genitori che si rivolgono ai tribunali italiani per aiuto. Non parlo delle terapie proprio necessarie, perché pure queste esistono, ma delle terapie prescritte a persone "normali". Avete già forse uno psicologo o una psicologa di cui vi fidate e con cui vi trovate bene? Bisogna scordarseli, e andare al posto indicato dal tribunale, con sconosciuti, per parlare di cose intimissime e delicatissime. Non vi piaciono? Poco importa, ci dovete andare. E non dimenticatevi che dovete anche pagare!
E successo di nuovo, nel caso di Patrizia, che le fu prescritta una terapia di famiglia, durante tutto il periodo in cui suo ex marito continuava a minacciare lei e i figli e li pedinava di nascosto. Terapia intollerabile per Patrizia, che chiedeva in continuazione aiuto a terapeuti che continuavano ad ignorare completamente le sue richieste e rifiutarono di parlare del problema dello stalking. Patrizia rimase alibita. L'ex marito non la smetteva, Patrizia tornava a casa con mal di testa, testa, nervosa, e spaventata. Le fu anche detto in poche parole che se la smettesse di frequentare la terapia, i figli rischiavano la casafamiglia! L'ex la minacciava addirittura in piena terapia "devi soffrire, piangere..." Parliamo proprio e precisamente della "terapia della minaccia" raccomandata da Gardner, ossia la terapia incubo. Il problema dello stalking fu completamente ignorato fino al giorno in cui la polizia fece un ordine di protezione per Patrizia, salvandola dalla terapia/incubo e chiedendo l'allontanamento del padre da lei e dai bimbi.
Le tante sorprese di Patrizia:
1. La terapia era IMPOSTA (sotto minaccia di perdere i figli).
2. La terapia doveva continuare (nonostante minacce di morte, pedinamenti, ecc.)
3. La terapia era a pagamento!!!!
4. Non c'era scelta di posto, persona, ecc.
5. Le sue richieste di aiuto furono completamente ignorate.
6. VENIVANO FILMATI! (c'era una telecamera)
7. C'era uno psicologo nascosto dietro uno specchio (che poi non è uno specchio) che vedeva tutto e che nemmeno si presentava durante le sedute e nemmeno salutava.
8. Una studentessa si occupava della terapia, come parte dei suoi studi!
9. L'unica volta che non ci è andata (perchè malata con influenza e con bambino malato pure) fu subito rimproverata dagli assistenti sociali e le fu detto che non andandoci potrebbe perdere i figli.
RIPETO CHE PARLIAMO DI UNA STORIA VERA.
Patrizia si ritrovò addirittura in una situazione dove stava spendendo un minimo di 130 euro al mese su terapie imposte dal tribunale, chiedendosi cosa mai le stava succedendo.
Non dimentichiamoci che le "terapie" hanno un obiettivo. Ossia, se c'è scritto che la famiglia deve andare d'accordo, guai se non ci riuscite! Anche se il partner vi picchia, vi minaccia, ecc. se l'obiettivo è quello, i terapeuti vorranno sempre dimostrare che si sono riusciti.
E possibile che nel 2010 si svolgono in questo modo le "terapie" di famiglia?
Federica Comper Smith
giovedì 16 settembre 2010
Ascolto ai Bambini ... 8 Ottobre
Se ad ogni bambino non viene garantita la possibilità di essere ascoltato, accolto, compreso e aiutato a sentirsi protagonista, allora il diritto all'infanzia è destinato a restare nient'altro che un nobile principio affermato solo sulla carta. E' questa la considerazione alla base del Convegno “Quando l'ascolto è un diritto”, organizzato dal Movimento per l'Infanzia, attraverso l'Associazione 21 Luglio, che si terrà a Roma l'8 ...ottobre 2010 presso Palazzo di Mattei Paganica (Piazza della Enciclopedia Italiana 4).
Oltre a esperti nel campo sociale, giudiziario e scientifico, è prevista anche la partecipazione della scrittrice Susanna Tamaro, autrice, tra gli altri, di “Và dove ti porta il cuore” e “Ascolta la mia voce”, da sempre attenta alle vicissitudini dei bambini e al rispetto dei loro diritti fondamentali.
Scopo dell'evento è quello di denunciare come, nel nostro Paese, la scarsità di risorse umane e materiali, la mancanza di figure professionali adeguate, la confusione di interventi sociali e una scarsa cultura minorile abbiano di fatto relegato l'ascolto del minore a un fatto marginale. Anche se sul piano internazionale, infatti, il diritto all'ascolto è ampiamente riconosciuto dalla Convenzione per i diritti dell'Infanzia di New York del 20 novembre 1989 e dalla Convenzione di Strasburgo del 1996, le istituzioni italiane non sempre si sono mostrate attente a mettere in pratica questi principi.Il convegno si svolgerà a partire dalle ore 16.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Tuttavia, occorre iscriversi inviando una e-mail a ass.21luglio@gmail.com
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