Articolo dal "Daily Mail on Sunday" scritto da Chief Constable M. Rowley: "Molti di noi che facciamo parte del sistema legale siamo frustrati dalla tendenza a fare dei 'giochi' legali piuttosto che effettuare una ricerca della verità. Anche così, non ci rendiamo pienamente conto del impatto che il sistema può avere sulle vittime e le loro famiglie. In alcuni occasioni la mancanza di umanità è disgustosa; non si tratta soltanto di un discorso morale, ma di un elemento essenziale per poter incoraggiare il pubblico a presentarsi per fornire evidenza.
Vorrei chiedere una semplice domanda: piuttosto che umiliare le vittime e loro famiglie non possiamo avere un sistema legale nel quale la dignità e la sensibilità delle vittime avrebbe la stessa priorità del diritto alla difesa del incolpato?
La tranquillità delle vittime è fondamentale per la giustizia - si tratta dell'ossigeno del sistema. Senza quest'ossigeno, il sistema della giustizia crolla.
venerdì 1 luglio 2011
mercoledì 13 aprile 2011
GIUSTIZIA CHE NON PROTEGGE ...
Parlando ultimamente con persone diverse che hanno dovuto denunciare fatti di violenza o abusi accaduti ... e che hanno sofferto tanto e cercato di proteggere loro figli, ecc. siamo arrivati alla triste conclusione che la giustizia veramente non funziona. Chi non ha mai denunciato non si rende conto della LENTEZZA DA LUMACA ... e dei soldi spesi in vano. Patrizia, di cui parliamo spesso, e che ha denunciato maltrattamenti in famiglia, minacce, ed altre cose, nel lontano 2006, e nel lontano 2007, è solo arrivata in udienza nel 2011! ... Durante le prime udienza non è successo proprio nulla (nonostante quattro denuncie fatte in totale).
Udienza prima denuncia: obbligo di tentare una conciliazione (nonostante il fatto che nessuno ne aveva la voglia perché il problema persisteva da già 5 anni), rinvio.
Udienza seconda denuncia: Giudici in sciopero, rinvio di 6 mesi.
Udienza terza denuncia: Giudice si è dimesso, annullata, rinvio.
E possibile andare avanti in questo modo? Per cinque anni interi LA VITTIMA NON E STATA TUTELATA. Per cinque anni interi NON E SUCCESSO NULLA. Per cinque anni interi AVVOCATI E GIUDICI si sono riempiti le tasche. Chi è criminale dev'essere contento. Siete protetti dal "Sistema", lo sapete? Potete soltanto immaginare la gioia del imputato, e potete immaginare la vittima, che non ha potuto nemmeno frenare il comportamento aggressivo e minaccioso suo?
La Direzione
Udienza prima denuncia: obbligo di tentare una conciliazione (nonostante il fatto che nessuno ne aveva la voglia perché il problema persisteva da già 5 anni), rinvio.
Udienza seconda denuncia: Giudici in sciopero, rinvio di 6 mesi.
Udienza terza denuncia: Giudice si è dimesso, annullata, rinvio.
E possibile andare avanti in questo modo? Per cinque anni interi LA VITTIMA NON E STATA TUTELATA. Per cinque anni interi NON E SUCCESSO NULLA. Per cinque anni interi AVVOCATI E GIUDICI si sono riempiti le tasche. Chi è criminale dev'essere contento. Siete protetti dal "Sistema", lo sapete? Potete soltanto immaginare la gioia del imputato, e potete immaginare la vittima, che non ha potuto nemmeno frenare il comportamento aggressivo e minaccioso suo?
La Direzione
martedì 29 marzo 2011
TERAPIE DI AMORE FORZATO ...
Quante volte oggi giorno si consiglia alle coppie separati e ai loro figli di frequentare una "terapia"? In effetti, si tratta ben poco di terapia, nel senso che non è una terapia che intende riportare tutti ad uno stato di serenità. Innanzitutto bisogna ricordarsi che non si può mai costringere una persona a fare terapia se non vuole. Eppure i tribunali COSTRINGONO le persone a fare terapia, anche sotto minaccia di levargli i figli. Siamo a questi tristi livelli ... Anche se non è scritto, anche se si legge solo un "si invita ...." nella sentenza, sappiate che NON AVETE SCELTA. Se non vi presentate, il giudice si infuria.
Ebbene, la maggiorparte (o direi, quasi tutte) queste terapie, sono svolte a costringere i figli a voler frequentare i genitori. Non tanto male, mi direte ... Ebbene, sappiate comunque, che spessissimo anche in casi di violenza, e di abusi sessuali, di minacce continue, ecc. si costringe i figli a voler bene e voler parlare con il genitore. (Per questo "ringraziamo" il Dott. Gardner).
Se il padre non vuole essere presente nella vita dei suoi figli, se ne può andare, liberamente. Non si dice che il padre è importantissimo nella vita dei figli? Eppure in questi casi NESSUNO SE NE INTERESSA. Può allontanarsi, andare in un altro paese, un altro pianeta, ecc., nessuno lo insegue, nessuno lo acchiappa e nessuno lo costringe. Non riceve né multe, né nulla. Vuoi essere assente? OK, nessun problema, vattene pure e fai come ti pare. Eppure se un figlio si azzardasse a non presentarsi o non voler vedere il genitore si scatenano tutte le furie di questo mondo. Si parla subito di PAS, di genitori alienanti, ecc. ANCHE in casi di violenza!!! Ovunque il bambino si gira, si rende conto che gli è vietato aver paura del genitore che lo ha maltrattato, e di avere pareri o esitazioni, senza gravi rischi e gravi consequenze.
Quando mai si sveglieranno le autorità, e mostreranno più umanità e più rispetto per i bambini, per le loro emozioni e i loro sentimenti? In effetti, ci vorrebbe pìu tolleranza per un bambino, non meno. Invece, è sempre l'adulto che vince.
la Redazione
Ebbene, la maggiorparte (o direi, quasi tutte) queste terapie, sono svolte a costringere i figli a voler frequentare i genitori. Non tanto male, mi direte ... Ebbene, sappiate comunque, che spessissimo anche in casi di violenza, e di abusi sessuali, di minacce continue, ecc. si costringe i figli a voler bene e voler parlare con il genitore. (Per questo "ringraziamo" il Dott. Gardner).
Se il padre non vuole essere presente nella vita dei suoi figli, se ne può andare, liberamente. Non si dice che il padre è importantissimo nella vita dei figli? Eppure in questi casi NESSUNO SE NE INTERESSA. Può allontanarsi, andare in un altro paese, un altro pianeta, ecc., nessuno lo insegue, nessuno lo acchiappa e nessuno lo costringe. Non riceve né multe, né nulla. Vuoi essere assente? OK, nessun problema, vattene pure e fai come ti pare. Eppure se un figlio si azzardasse a non presentarsi o non voler vedere il genitore si scatenano tutte le furie di questo mondo. Si parla subito di PAS, di genitori alienanti, ecc. ANCHE in casi di violenza!!! Ovunque il bambino si gira, si rende conto che gli è vietato aver paura del genitore che lo ha maltrattato, e di avere pareri o esitazioni, senza gravi rischi e gravi consequenze.
Quando mai si sveglieranno le autorità, e mostreranno più umanità e più rispetto per i bambini, per le loro emozioni e i loro sentimenti? In effetti, ci vorrebbe pìu tolleranza per un bambino, non meno. Invece, è sempre l'adulto che vince.
la Redazione
martedì 22 marzo 2011
DENUNCIARE OGNI PAS DIAGNOSTICATA ...
In Italia, come in altri paese, iniziano le denuncie ... Per ogni persona a cui viene diagnosticata una PAS bisognerebbe denunciare, denunciare, denunciare. E molte persone (sopratutto madri purtroppo) hanno ormai iniziato a difendersi. Anche dai danni che hanno subito in seguito a questa diagnosi. Questo non è difficile, visto che la PAS non esiste ufficialmente. Questa sindrome non è né riconosciuta dall'OMS (Organizazzione Mondiale per la Sanità) né inclusa nel Manuale DSVM delle patologie e malattie psicologiche e psichiatriche.
Stiamo ottenendo ora tutta la documentazione originale necessaria dagli Stati Uniti, tutte le pubblicazioni di R. Gardner, per tradurle in italiano. Immaginate che moltissime delle sue opere che vengono citate, non sono nemmeno state tradotte! Nessuno le ha mai lette in Italia nella loro integralità!
La Redazione ...
giovedì 17 marzo 2011
INTRAPPOLATI ... PSICOLOGI CHE RIGIRANO I FATTI
Torniamo al discorso che una madre deve sempre stare attenta se vuole proteggere suoi figli da un atto di violenza. Ci sono tantissimi pericoli in agguato, che anche la madre più istruita e ben intenzionata può non capire, per esempio:
1. La paura di muoversi (per non essere aggredita, o forse anche uccisa dal partner) può metterla in condizione di aver paura di denunciare o di agire. In questo caso può essere accusata di non aver protetto la sua prole e dunque di non essere una "brava madre". DUNQUE NON SI RISOLVE NULLA. Però si sa anche (dimostrato anche dallo psicologo e CTU Lundy Bancroft) che proprio nel momento in cui la donna decide di difendersi o di separarsi, accadono più incidenti violenti che mai.
2. La madre decide di denunciare e affrontare la situazione. Qui la madre rischia varie cose. Se non ha abbastanza testimoni, prove, ecc. rischia di beccarsi una PAS, e allora viene subito bloccata e ci mette anni a liberarsene anche se aveva tutte le migliori intenzioni. Può anche succedere che venga incolpata di essere troppo accanita contro il partner, e poi ritrovarsi "colpevole" di aver creato un clima a casa che non favorisce la serenità dei figli, ecc. ecc. DUNQUE NON SI RISOLVE NULLA. Può anche andare tutto bene, ma poi comunque i tribunali non tengono minimamente in considerazione il fatto che i bambini potrebbero avere problemi con il genitore violento e avere difficoltà nel riprendere il rapporto con il genitore che li picchiava, che strillava o li violentava. Cosa fare? I bambini hanno sentimenti che vanno rispettati. Hanno i tempi loro, che vanno rispettati. Non sono una commodità che dev'essere distribuita in tal o tal modo.
Cosa fare dunque? E perché non si creano delle leggi forti, per la protezione e l'ascolto dei bambini? Perché non si creano leggi, come già fatto in vari stati dell'USA, per proteggere il genitore che cerca di aiutare un figlio che ha subito violenze? Un genitore dovrebbe poter chiedere aiuto per un figlio, senza essere subito sospettato, interrogato come un criminale ed esposto a tremila pericoli.
La Redazione.
1. La paura di muoversi (per non essere aggredita, o forse anche uccisa dal partner) può metterla in condizione di aver paura di denunciare o di agire. In questo caso può essere accusata di non aver protetto la sua prole e dunque di non essere una "brava madre". DUNQUE NON SI RISOLVE NULLA. Però si sa anche (dimostrato anche dallo psicologo e CTU Lundy Bancroft) che proprio nel momento in cui la donna decide di difendersi o di separarsi, accadono più incidenti violenti che mai.
2. La madre decide di denunciare e affrontare la situazione. Qui la madre rischia varie cose. Se non ha abbastanza testimoni, prove, ecc. rischia di beccarsi una PAS, e allora viene subito bloccata e ci mette anni a liberarsene anche se aveva tutte le migliori intenzioni. Può anche succedere che venga incolpata di essere troppo accanita contro il partner, e poi ritrovarsi "colpevole" di aver creato un clima a casa che non favorisce la serenità dei figli, ecc. ecc. DUNQUE NON SI RISOLVE NULLA. Può anche andare tutto bene, ma poi comunque i tribunali non tengono minimamente in considerazione il fatto che i bambini potrebbero avere problemi con il genitore violento e avere difficoltà nel riprendere il rapporto con il genitore che li picchiava, che strillava o li violentava. Cosa fare? I bambini hanno sentimenti che vanno rispettati. Hanno i tempi loro, che vanno rispettati. Non sono una commodità che dev'essere distribuita in tal o tal modo.
Cosa fare dunque? E perché non si creano delle leggi forti, per la protezione e l'ascolto dei bambini? Perché non si creano leggi, come già fatto in vari stati dell'USA, per proteggere il genitore che cerca di aiutare un figlio che ha subito violenze? Un genitore dovrebbe poter chiedere aiuto per un figlio, senza essere subito sospettato, interrogato come un criminale ed esposto a tremila pericoli.
La Redazione.
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